Una vergine scopata per la prima volta si racconta.
L’approccio al sesso
Non avevo mai fatto sesso prima di allora.
Era una sensazione strana quella volta.
Certo, mi ero già baciata con qualche ragazzo prima, ma mai come quella volta.
Mi sentivo pervasa da un’energia strana, quella voglia incredibile di sesso.
E poi c’era lui. Lui mi guardava dall’alto in basso con quei suoi occhi puri e in contempo glaciali.
Quegli occhi strani, che portavano in sé quel mio stesso desiderio. Non sapeva ancora che fossi una vergine, una vergine scopata. Però lo avrebbe scoperto presto.
Una sera indimenticabile
Tutto iniziò con un invito, il suo. Non me l’aspettavo a dire il vero. Non era il mio fidanzato.
Soltanto un conoscente che conoscevo di vista, perché ci incrociavamo ogni tanto al liceo.
Abitava vicino a me, pochi piani sopra. Anche per questo, forse, ogni volta che lo vedevo mi tornavano in mente le immagini del film “La ragazza della porta accanto”.
Con il tempo era anche nata una strana simpatia tra di noi, però siamo sempre rimasti solo dei conoscenti.
Un giorno, poi, un amico ci invitò a una festa privata a casa sua.
Era sempre pieno lì. La gente giocava ai giochi di ruolo e io, non conoscendo nessuno, avevo deciso di restare seduta vicino all’unico ragazzo che conoscevo lì dentro, Fabio.
Era un ragazzo sempre calmo e tranquillo, per non dire carino. Si era messo a giocare a un gioco di ruolo con gli altri ragazzi e aveva invitato anche a me.
Avevo accettato senza alcun problema: del resto, volevo conoscere gli altri e capire anche come si giocava a quei strani giochi che mi sembravano pure abbastanza assurdi.
Non era quello il suo scopo, però. Tutto ciò che sembrava volere il ragazzo ero io.
Mi guardava con occhi pieni di volontà e desiderio e io mi sentivo in imbarazzo, arrossendo. Lui se ne era accorto e mi lanciò un’occhiata molto fugace e al contempo energica. Forse aveva capito che anche io gli piacevo.
“Vieni con me“, mi disse, quasi dandomi un ordine e non io non seppi resistere.
Passarono pochi istanti prima che mi ritrovai con la sua mano nella mia, a camminare per il corridoio verso una delle tante stanze che c’erano in quell’appartamento.
Chiuse la porta alle mie spalle e capii di già come sarebbe finito il tutto.
Una vergine non più vergine
Con la porta chiusa alle spalle non restava che… procedere.
In realtà sapevo già quel che sarebbe accaduto da lì a poco. Lo sentivo.
Sentivo la sua energia, la sua voglia, in grado di spaccare le rocce e arrivare laddove egli voleva.
Quella sua strana forza maschile. La sentii quando mi mise la mano sulla schiena, sbottonandomi il vestito da dietro.
Lo faceva piano-piano, quasi come se volesse gustarsi ogni attimo di quel strano tempo. Anche io me lo volevo gustare in tutto e per tutto a dire la verità.
Semplicemente perché era un tempo che sentivo mio in tutto e per tutto. Era… strano.
Ci spogliammo lentamente, in modo romantico. Pensai che fosse quello il suo modo di fare.
Insomma, non era la sua prima ragazza, no?
Probabilmente ne aveva avute moltissime ancora prima di me, ma questo non lo saprò mai.
So di certo, però, che si sorprese alquanto quando arrivammo al sodo. Sentii il suo caldo dentro di me e del dolore che mi percosse i fianchi insieme a un’intensa sensazione di piacere che non riuscivo nemmeno a spiegarmi.
Del sangue schizzò sul lenzuolo, lui lo guardò, guardò me come per chiedermi cosa fosse e poi continuò a scoparmi senza prestare la minima attenzione a tutto il resto.
Era una notte che non riuscivo a dimenticare. Scopammo per moltissimo, tanto che anche gli altri si accorsero che non ci fossimo più alla festa.
E poi iniziò la mia relazione con lui. Ma era un’altra storia quella.
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